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Rientrata dalla Russia e tumulata a Monza la salma della Medaglia d’Argento al Valor Militare Cap. Federico Rossi

 

L’11 novembre 1941, nel combattimento di Gorlowka-Nikitowka sul fronte russo alla testa del suo plotone cadeva il Tenente Federico Rossi del XX° battaglione del 3° Reggimento Bersaglieri, Medaglia d’argento al Valor Militare “ alla memoria “. Figlio unico di Silvestro e di Giulia Rettanni, nato a Monza il 12 settembre 1916, diplomatosi in ragioneria, fu iscritto alla facoltà di Scienze Economiche e Commerciali dell’Università “Luigi Bocconi” di Milano, che doveva conferirgli la distinzione di “Dottore Honoris Causa alla Memoria”. Iniziato il lavoro presso un istituto bancario pur attendendo agli studi, non rinviò il servizio militare e dopo i corsi della Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Bassano del Grappa, fu nominato Sottotenente ed assegnato al 9° Reggimento Bersaglieri. Richiamato alle armi nel 3° Reggimento Bersaglieri al comando del leggendario Colonnello Aminto Caretto, inquadrato nella 3° Divisione Celere ”Principe Amedeo Duca D’Aosta”, partecipò alle fulminee operazioni offensive sul Fronte Jugoslavo - Balcanico, in Dalmazia in Croazia in Bosnia. Quantunque le condizioni famigliari gli consentissero di potersi trattenere al Deposito di Milano, nell’estate 1941 è in partenza con le grandi unità del Corpo di Spedizione Italiano in Russia. Immediatamente ebbe modo di segnalarsi durante la difesa del Nipro e negli aspri combattimenti di Uljanova-Krutojarka. Nella zona di Rikowo si offriva volontario per un ardito colpo di mano sulla stazione di Wolinje, catturando armi e prigionieri. Per tale azione gli fu conferito un Encomio Solenne. Ma le doti di ardimento, di valore, di spirito di sacrificio del tenente Rossi dovevano rifulgere a Gorlowka Nikitowka nella giornata dell’11 novembre 1941. Il XX° Battaglione, mentre si disponeva per l’azione atta a svincolare l’80° Reggimento di Fanteria accerchiato da preponderanti forze nemiche a Nikitowka, veniva attaccato da forti contingenti nemici con intenso fuoco di armi automatiche e mortai. Qui rifulsero le doti di iniziativa, e di strenuo ardimento di Federico Rossi, che istantaneamente fronteggiando la minaccia sul fianco dello schieramento contrassaltava il nemico costringendolo a ripiegare. Colpito gravemente da una raffica di mitragliatrice, persisteva nell’azione incitando con l’esempio i suoi bersaglieri sinchè stremato non si abbatteva al suolo. Ricusava però ogni cura e accondiscendeva ad essere sgombrato soltanto a situazione stabilizzata. Durante il trasporto, presentendo prossima la fine, si premurava di impartire ogni disposizione per il successo dell’azione, incurante di sé. Le vestigia furono composte nel camposanto militare di Jussowo. Il comandante del XX° Battaglione del 3° Reggimento Bersaglieri Alfredo Tarsia, per la costanza di consapevole valore, per le chiare virtù militari e lo stoico contegno nell’imminenza della morte inoltrò ai superiori comandi la proposta di concessione di medaglia d’oro al Valor Militare “ alla memoria ”. Nonostante ogni indiscutibile evidenza, la adeguata proposta di attribuzione della massima ricompensa al Valor Militare di fronte a tanto eroismo non ebbe accoglimento presso i superiori Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia Sezione di Monza e Brianza organi burocratici: alla memoria del Tenente Rossi fu conferita la Medaglia d’argento al Valor Militare. Una singolare vicenda ebbe a verificarsi circa la documentazione del supremo atto eroico. Estintasi la madre presso la Casa di soggiorno per madri e vedove di Caduti in guerra di Livorno, un complesso di scritti tra cui la proposta di conferimento della medaglia d’oro e fotografie riguardanti il figlio fu casualmente rinvenuto in una pubblica discarica, e dopo varie vicende fu esposto per tramite della Associazione nazionale Bersaglieri e dell’ Istituto del Nastro Azzurro, prima al sacrario del 3° Reggimento Bersaglieri in Milano e quindi consegnato per la definitiva custodia alla sezione di Monza degli Ufficiali in congedo. Per l’interessamento dell’allora vicepresidente della sezione monzese degli Ufficiali in congedo, Brigadier Generale Alessandro Minozzi compagno di banco dell’eroe presso il ginnasio Zucchi, entusiasticamente appoggiato dal Presidente Maggiore Gustavo Luigi Kullmann, fu raccolta la documentazione storica del Caduto, gli fu dedicata la sezione di Monza e Brianza dell’UNUCI, gli fu conferita la laurea honoris causa alla memoria e la Croce al merito di guerra, fu dedicata una via cittadina e gli fu concessa la promozione a Capitano. Nel 1993 fu istituito il Trofeo Capitano Federico Rossi, che premia la squadra delle Forze Armate italiane prima classificata nella “Lombardia”, la più importante gara per pattuglie militari d’Italia. Grazie all’incessante e ostinata opera presso i superiori comandi del Presidente della sezione UNUCI di Monza e Brianza Ten.Gen. Luciano Canu, la disponibilità dell’amministrazione comunale monzese, la collaborazione della Compagnia Carabinieri di Monza e del 3° Reggimento Bersaglieri in particolare del comandante Ten. Col. Angelo Giacomino, le spoglie mortali dell’eroico bersagliere hanno trovato degna e onorata sepoltura nella sua città natale. La cerimonia in onore del caduto, si è svolta domenica 4 novembre 2001, nell’ambito delle commemorazioni per la giornata delle Forze Armate, dapprima con una S. Messa al monumento ai Caduti in una grande cornice di autorità, di cittadini, di reduci del ”Terzo” tra i quali il ten.Col. Tonalini, quindi in una toccante cerimonia al cimitero urbano, presente la fanfara della sezione Bersaglieri di Monza ed una rappresentanza del 3° Reggimento Bersaglieri che hanno dato l’ultimo saluto all’eroe con le note e le parole della “Carettiana”. Il discorso commemorativo è stato pronunciato dal Capitano Umberto Pini, vicepresidente della sezione di Monza e Brianza dell’UNUCI, già Ufficiale del 3° Reggimento Bersaglieri. Motivazione della medaglia d’argento al valor militare alla memoria.

 

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